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DAVID RIONDINO

 

Toscano, classe 1953, ha lavorato dieci anni a Firenze come bibliotecario. Artisticamente nasce con la generazione dei cantautori degli anni Settanta: pubblica dischi e compone canzoni come La canzone dei piedi e Ci ho un rapporto. Giovanissimo debutta al teatro Zelig di Milano e comincia un percorso che lo porta ad esplorare quasi tutte le forme di comunicazione. Sfuggito grazie alla sua poliedricità ai più comuni cliché artistici, definisce l’intellettuale “una persona fisica, che comunica, che partecipa, che sa trasformare la sua esperienza in qualcosa che serva anche agli altri, che non trasforma il sapere in potere, che ha un’idea sentimentale del comunicare ed è alla ricerca di un nuovo linguaggio, la perfetta commistione tra musica, scrittura e disegno”. Nel 1989 inizia la sua carriera teatrale insieme a Paolo Rossi con Chiamatemi Kowalski. Nel 1992 scrive e interpreta insieme a Bob Messini Seminario sulla verità. Nella stagione teatrale ’93-94 è in scena, accanto a Sabina Guzzanti, Paolo Bessegato e Antonio Catania con O patria mia, diretto da Giuseppe Bertolucci. Nel 1996 debutta lo spettacolo da lui interpretato e scritto Solo con un piazzato bianco, un incontro col pubblico assai informale, dove le ballate, i giochi musicali, i ritratti d’altri cantautori si alternano a monologhi. Nel 1997 dà inizio al proficuo sodalizio con Dario Vergassola in I cavalieri del Tornio.

La carriera televisiva inizia nel 1988 partecipando a diverse trasmissioni, fino al personaggio che più gli dà popolarità, quel Joao Mesquinho, cantautore brasiliano inventato per il Maurizio Costanzo Show. Nel 1995 conduce con Daria Bignardi A tutto volume su Italia 1, il programma di libri che ha fatto dell’alternanza di ritmi e di linguaggi, della fusione tra diversi piani di comunicazione (narrativo, visivo, musicale) la sua arma vincente. Nel 1997 presenta Gradara Ludens, accompagnato dai grandi nomi dello spettacolo e della cultura italiana.

Debutta nel cinema nel 1987 con il film Kamikazen girato con Paolo Rossi. Due anni dopo veste i panni di un conte settecentesco in Cavalli si nasce, esordio cinematografico del disegnatore Sergio Staino. Nel 1995 è coprotagonista del film La cattedra, nato da un suo soggetto, per la regia di Michele Sordillo. Nel 1997 esordisce come regista in Cuba Libre, seguito l’anno successivo da Velocipedi ai Tropici.

Apprezzato per le sue abilità letterarie e per le sue caustiche battute satiriche, è stato ed è fine verseggiatore per Tango, Il Male, Cuore, Comix e Il Manifesto.

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