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Ramin Bahrami è considerato uno tra i più interessanti interpreti bachiani viventi a livello internazionale.

Dopo l’esecuzione dei Concerti di J.S. Bach a Lipsia nel 2009 con la Gewandhausorchester diretta da Riccardo Chailly, la critica tedesca lo considererà: “un mago del suono, un poeta della tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di affrontare bach su una via veramente personale…”(leipziger volkszeitung).

La ricerca interpretativa del pianista iraniano è attualmente rivolta alla monumentale produzione tastieristica di Johann Sebastian Bach, che Bahrami affronta con il rispetto e la sensibilità cosmopolita della quale è intrisa la sua cultura e la sua formazione. Le influenze tedesche, russe, turche e naturalmente persiane che hanno caratterizzato la sua infanzia, gli permettono di accostarsi alla musica di Bach esaltandone il senso di universalità che la caratterizza.

Bahrami si è esibito in importanti festival pianistici tra cui “La Roque d’Anthéron”, Festival di Uzés, il Festival “Piano aux Jacobins” di Toulose, il Tallin Baroque Music Festival in Estonia e il Beijing Piano Festival in Cina. Nel febbraio 2010 ha debuttato con successo a Parigi con le Variazioni Goldberg, e in marzo ha tenuto un applaudito tour con i Festival Strings Lucerne. E’ del maggio 2010 il grande successo con Riccardo Chailly alla Gewandhaus di Lipsia, che completa l’integrale dei concerti bachiani. Bahrami si è esibito in prestigiose sedi italiane, come il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro La Fenice di Venezia, l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, dove è apparso nella prestigiosa rassegna “solo piano” accanto a Maurizio Pollini, Grigory Sokolov, Daniel Barenboim, Jean-Yves Thibaudet e Evgeny Kissin e dove, nel marzo 2008, è stato invitato a partecipare alla “Maratona Bach” accanto al violoncellista Mario Brunello. E’ del giugno 2008 la sua apparizione al Wigmore Hall di Londra, con una grande accoglienza del pubblico, e della primavera 2009 la presentazione dell’Arte della Fuga al Festival Pianistico Internazionale “Arturo Benedetti Michelangeli” di Brescia e Bergamo, di cui è stato protagonista insieme ad altri nomi celebri del pianoforte quali Andràs Schiff, Lang Lang, Angela Hewitt, Grigory Sokolov, Alexander Lonquich.

Ramin Bahrami è artista in esclusiva – su Roma – per l´Accademia Santa Cecilia di Roma e ideatore e presidente del World Bach Fest che ha visto la sua prima edizione concretizzarsi a Firenze. Suona regolarmente con i Festival Strings Lucern. I prossimi impegni prevedono la partecipazione al festival di Ravello con la European Union Chamber Orchestra, al Berlin International Music Festival e l´incisione dei concerti per 2 e 3 pianoforti con Saleem Aboudd Ashkar e Nareh Aghamanyan e l´Orchestra del Gewandhaus sotto la guida di Riccardo Chailly. Le sue ultime registrazioni dei concerti con Chailly e le Suite iIglesi hanno riscosso grande successo di pubblico e critica entrando anche nella classifica Nielsen della musica pop.

 

Nato a Teheran, Bahrami dopo la rivoluzione politica del suo Paese trova rifugio in Italia, dove può studiare il pianoforte e diplomarsi con Piero Rattalino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda. Si perfeziona con Alexis Weissenberg, Charles Rosen, András Schiff, Robert Levin e in particolare con Rosalyn Tureck, l’artista che più di altri ha contribuito a far conoscere la modernità dell’opera pianistica di Bach attraverso i suoi studi e le sue esecuzioni. Il primo debutto importante avviene nel 1998 al Teatro Bellini di Catania: il successo è tale che la città etnea gli conferisce la cittadinanza onoraria. Da quel momento in poi, si susseguono le esibizioni presso le maggiori istituzioni musicali d’Italia, teatri, stagioni e prestigiosi festival internazionali. Nel gennaio 2009 Ramin Bahrami è stato insignito del Premio “Città di Piacenza–Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della scena musicale, riconoscimento assegnato prima di lui a Riccardo Muti, Josè Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi.

Ramin Bahrami incide esclusivamente per Decca-Universal. La sua discografia comprende le Variazioni Goldberg (2004), le 7 Partite (2005), l’Arte della Fuga (2007), la raccolta “Ramin Bahrami plays Bach” (2009), comprendente anche una selezione di esecuzioni dal vivo, le Suite Francesi (2010). L’incisione dell’Arte della Fuga sale in testa alle classifiche, rimanendovi per sette settimane e raggiungendo numeri di vendita riservati ai dischi pop. Nel 2009 DECCA pubblicava la prima registrazione su strumento moderno delle Sonate bachiane, ricevendo ancora una volta una calorosa accoglienza e grandi apprezzamenti da parte di critica e pubblico. Le registrazioni di Ramin Bahrami sono state inserite più volte nelle compilation di Decca e Deutsche Grammophon. Nel 2011 quest’ultima ha pubblicato una Bach collection, contenente le Variazioni Goldberg e l’Arte della Fuga eseguite da Ramin Bahrami, insieme ad altre composizioni bachiane eseguite da Karl Richter e Wilhelm Kempff, tra gli altri.

Il disco con i cinque concerti per tastiera di J. S. Bach, registrato a Lipsia con Riccardo Chailly alla guida della Gewandhausorchester, uscito per Decca nel giugno 2011, ha meritato le 5 stelle del mensile Amadeus.

In novembre 2012 è uscito il suo primo libro edito Mondadori “ Come Bach mi ha salvato la vita”

In dicembre 2012 il debutto al Teatro alla Scala di Milano

In giugno 2013 sempre con Riccardo Chailly alla guida della Gewandhausorchester inciderà per Decca i concerti di Bach per due e tre pianoforti

 

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