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ITALIAN HARMONISTS

Il progetto di riproporre ai giorni nostri un quintetto di voci maschili armonizzate, accompagnate da un pianoforte, nasce nel 2003 sull’onda di una felice intuizione di Andrea Semeraro; l’entusiasmo prodotto dalle armonizzazioni e dallo stile interpretativo dei berlinesi “Comedian Harmonists” (gruppo vocale che negli anni ’30 ebbe folgorante ma breve carriera internazionale a causa delle leggi razziali che colpirono metà dei suoi componenti) ha trovato “terreno fertile” anche in altri amici e colleghi del Teatro alla Scala, e in breve tempo il contagio è stato totale. Dopo un avvio artistico che si proponeva come ri-evidenziazione musicale e stilistica dei grandi successi dei capostipiti tedeschi, gli “Italian Harmonists” (il nome scelto ha voluto rappresentare un chiaro omaggio) decidono di estendere il proprio repertorio rivisitando alcune tra le più belle canzoni italiane che, a cavallo tra i ’30 e i ’50, hanno reso memorabili “gli anni della radio”, e questo grazie soprattutto alle indiscutibili capacità di musicista ed arrangiatore del pianista Jader Costa.

Da quel momento in poi l’attività del gruppo è un susseguirsi di successi e gratificazioni: l’incisione del primo disco (Quando la radio…), l’assegnazione del “Premio Carosone 2007” e una memorabile esibizione al glorioso Teatro Derby, storico palcoscenico del panorama teatral-musicale milanese. Siamo sulla strada giusta, e nel 2008 il gruppo varca la soglia della Sala A di Via Asiago in Roma per eseguire in diretta su RAI Radio3 l’intero spettacolo Quando la Radio… per Radio3 Suite, il cui successo procura l’invito a replicare presso la Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale in occasione de I Concerti del Quirinale.

Negli anni a seguire l’attività concertistica porta il gruppo ad esibirsi in diverse città e province d’Italia senza dimenticare, ovviamente, Milano, dove si registra il “sold out” nel tempio del jazz, il Blue Note. Presenze significative anche nell’ambito di congressi e conventions come, ad esempio, la partecipazione al BEA (Best Events Awards) 2012 presso la sede milanese del Sole24Ore. Nel 2013 un prestigioso riconoscimento: la medaglia d’argento della Regione Lombardia, “Per aver saputo conciliare ironia teatrale e duttilità vocale con il rigore tecnico e la scrupolosa preparazione, realizzando un progetto musicale che da quasi 10 anni continua ad affermarsi come unico nel proprio genere”. Il 2016 è l’anno della svolta artistica e musicale: una sfida vocale impegnativa, fatta di brani tratti dal repertorio lirico/sinfonico, eseguiti sempre con l’ausilio delle sole voci e del pianoforte. I grandi autori classici, romantici e moderni, quali Boccherini, Rossini, Schubert, Verdi, Brahms e Puccini, le grandi pagine liederistiche, gli intermezzi, le ouverture e i brani più suggestivi delle opere più famose, trovano oggi posto nel nuovo Classicheggiando.

 

ANDREA SEMERARO (alla Scala dal 2002)

Inizia a cantare a 6 anni e la voglia ancora non gli è passata! Talentuoso discendente di una famiglia di musicisti, ha studiato oboe e saxofono, ed è sua “l’illuminazione” artistica che ha dato origine agli Italian Harmonists. Sensibilità vocale dolce e controllata all’interno del gruppo, caparbietà e decisione all’esterno. Irrefrenabile.

 

JADER COSTA (alla Scala dal 2000)

È diplomato in pianoforte, organo, composizione, composizione organistica, clavicembalo, strumentazione per banda, musica vocale da camera e altre cose delle quali anche lui si è dimenticato. Affermato concertista, possiede un tocco delicato sostenuto magistralmente da una tecnica raffinata. Quella piccola vena di elegante pazzia che lo contraddistingue lo ha portato, nel tempo, a scrivere per gli Italian Harmonists numerosi geniali arrangiamenti. Un Einstein del pentagramma.

 

GIORGIO TIBONI (alla Scala dal 1996)

La sua rara versatilità vocale gli ha consentito di spaziare dal barocco al musical, passando per i compositori più classici dell’800. Tenore, nel sestetto interpreta la parte del “jolly”: linee melodiche tipicamente baritonali ma spesso in tessitura acuta e con frequenti alternanze timbriche. Si fa fatica a farlo star zitto e quindi non possono che essere sue le presentazioni e le interazioni col pubblico.

 

LUCA DI GIOIA (alla Scala dal 2001)

Violinista affermato, ha suonato nelle più importanti orchestre sinfoniche italiane, ma i suoi ricordi più goliardici risalgono alle 6 edizioni del Festival di Sanremo cui ha preso parte. A furia di imitare i tenori che sentiva in concerto si è scoperto tenore egli stesso ed in breve tempo si è ritrovato ad affrontare ruoli d’opera e recital in tutta Italia. Vocalità precisa e possente, cura ogni dettaglio musicale dei brani del gruppo.

 

MICHELE MAURO (alla Scala dal 2012)

Giovanissimo e dal talento indiscutibile, Michele rappresenta una sana iniezione di freschezza e novità. Dalla voce piena ai falsetti morbidi e controllati, gestisce con padronanza l’impervia tessitura del tenore primo. La voce adamantina ed il corretto “physique du rôle” lo rendono ideale stereotipo del “vero tenore”.

 

SANDRO CHIRI (alla Scala dal 1989)

Inizia come violinista ma la sua voce decisamente non comune gli prospetta da subito scenari differenti. Si ritrova con facilità finalista in vari concorsi internazionali di canto, nonché interprete di vari ruoli in numerosi teatri italiani ed esteri. Fine musicista, arguto conversatore, ma anche preciso e pignolo, rappresenta la “coscienza” del gruppo. Il vero Basso che ispira e garantisce solidità.

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