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ATSE TEWODROS PROJECT

Atse Tewodros Project nasce dalla volontà di Gabriella Ghermandi, scrittrice, narratrice e cantante italo-etiope, di far incontrare musicisti etiopi e italiani per costruire un momento di incontro, dialogo e creazione artistica.

Il progetto, iniziato nel 2010 ad Addis Abeba, grazie ad una collaborazione con il compostiore etiope Aklilu Zewdie e il Professore Berhanu Gezaw, suscita l’immediato interesse del pianista e compositore barese Michele Giuliani, che insieme al bassista Marcello Piarulli e al percussionista Cesare Pastanella, ha dato vita al trio afro-jazz “Reunion Platz”. Nel 2012, dopo oltre un anno di lavoro, parte la raccolta fondi.

Gabriella Ghermandi e Michele Giuliani decidono di scommettere sulla raccolta fondi attraverso la piattaforma di crowdfunding “Produzioni dal basso”. Oltre 130, tra privati e associazioni, rispondono positivamente, permettendo di raccogliere il denaro sufficiente per portare i Reunion Plaz ad Addis Abeba, ad incontrare i musicisti etiopi di tradizione, Yohanes Afework al washint, Endris Hasan al masinqo, Fasika Hailu al kirar, Mesale Legese alla batteria kebero e concludere insieme il lavoro di arrangiamento dei brani, registrare, rigorosamente in sessioni dal vivo e realizzare un primo importante concerto nella capitale etiope, all’Istituto Italiano di Cultura (Febbraio 2013).

Il progetto prende il nome da uno dei più amati Imperatori della storia d’Etiopia, Atse Tewodros, il primo non appartenente alla casa imperiale d’Etiopia, ma capace di arrivare al trono grazie alla sua volontà e al suo carisma, che hanno saputo conquistare il popolo fino ad indurlo a rompere con una tradizione secolare per sostenere la sua ascesa per la guida del paese. Atse Tewodros fu l’Imperatore che modernizzo l’Etiopia, pur rispettando le tradizioni, ma anche l’Imperatore che combatté contro l’esercito della Regina Vittoria e garantì l’indipendenza all’Etiopia nel secolo della colonizzazione.

A dicembre 2013, Atse Tewodros Project è finalmente anche un disco, composto di 9 canzoni, a firma di Gabriella Ghermandi, Aklilu Zewdie, Inish Hailu, Berhanu Gizaw. Nove brani in cui i moduli e le scale pentatoniche della musica tradizionale etiope si mescolano agli strumenti europei suonati in chiave jazz.

Grazie a questo incontro, il pubblico italiano può avvicinarsi alla musica etiope, poco conosciuta nel nostro paese, se si escludono alcune eccezioni come Multatu Astatke e il progetto musicale di Francis Falceto,e può sostenere allo stesso tempo i musicisti etiopi che suonano strumenti tradizionali. Atse Tewodros Project è anche un’occasione per riflettere sulla storia delle relazioni tra Italia ed Etiopia, troppo spesso dimenticata o proposta in versione edulcorata nel nostro paese. Atse Tewodros, grazie anche al recupero dei canti dei partigiani etiopi che combattevano il regime fascista, diventa quindi un percorso di memoria pubblica oltre che personale, e un modo per parlare di percorsi umani e migranti, di identità plurali.

“Sono cresciuta in un mondo misto di suoni: Etiopi, Italiani, Congolesi, Indiani. Mia madre gestiva un negozio di abbigliamento ad Addis Abeba, nella strada principale del quartiere Piassa. A fianco al suo negozio, ce ne era un altro, gestito da una signora greca: Kiskas Maria Teresa. Era un negozio di musica: strumenti, giradischi, vinili 33 e 45 giri. Nel suo negozio ho ascoltato i Beatles, Zorba e il Rebetico Greco. Poi tornavo a casa e lungo il tragitto ascoltavo altra musica, quella dei nostri cantori, gli Azmari. Infine arrivavo a casa, e c’era la radio, sempre accesa, quando non c’era mio padre che non sopportava la musica etiope, diceva che era una gran lagna. Ma noi l’amavamo. E ballavamo con le mie amiche del quartiere. Alla musica etiope si aggiungevano Modugno, tanto amato da mio padre, il Banco del Mutuo Soccorso, la PFM e Battisti, musica amata dai compagni italiani di scuola, la musica congolese della nostra amica Gerarldine, la musica indiana dei vicini del Kashmir… Infine c’erano i canti di guerra. Allora non mi piacevano. Non li capivo. Andavo alle parate delle ricorrenze della vittoria di Adwa e della liberazione dall’impero fascista con le mie cugine per ridere dei gesti dei guerrieri che cantavano i canti di guerra. Quando sbarravano gli occhi e brandendo le spade e lo scudo urlavano le loro minacce al nemico. Li trovavo tanto ridicoli.

Allora avrei dato del matto a chi mi avesse detto che un giorno li avrei ricordati ripetendo i loro gesti sui palchi dei teatri italiani e del mondo.”

 

I PROTAGONISTI DI ATSE TEWODROS PROJECT

Gabriella Ghermandi, scrittrice-performer e cantante ethio-italiana.

Per una sua biografia consultare il sito http://www.encyclopediaofafroeuropeanstudies.eu/encyclopedia/gabriella-ghermandi/

Aklilu Zewdie, compostiore e arrangiatore, insegnante di Clarino, solfeggio e teoria alla Yared School of Music, dell’Università di Addis Abeba. Ha collaborato con Francis Falceto, con la Badume Band e altri musicisti famosi nella scena internazionale.

Yohanes Afework, è stato per parecchi anni il fluatista dell’orchestra del teatro nazionale etiope, attualmente fa parte del gruppo di tradizione “Ethio Color Band”, ha al suo attivo collaborazioni prestigiose tra le quali quella con il jazzista Mulatu Astatke.

Endris Hassan, suonatore di violino monocorde, sulla scena etiope da oltre quindici anni, giovane e dinamico, ha saputo avventurarsi nella musica fino a spingere la tradizione nello spazio dell’improvvisazione jazz. Parte del gruppo di tradizione “Ethio Color Band”, ha collaborato con il pianista Samuel Yirga, pianista dell’etichetta “real world”, con l’Imperial Tiger Orchestra, con i The Ex e con altri nomi importanti.

Mesale Legese, percussionissta, batterista, batterista su batteria di tradizione. Parte del gruppo di tradizione “Ethio Color Band”, ha suonato con Ben Harper e altri nomi importanti nella scena internazionale.

Fasika Hailu, suonatore di lira etiope, anche lui parte del gruppo “Ethio Color Band”, ha al suo attivo concerti in tutto il mondo e una tournée italiana al seguito del Fekat Circus.

Tutti i musicisti di cui sopra fanno parte, come già detto, del gruppo “Ethio Color Band”, che suona ogni venerdì sera in una famosa Azmari Biet, (casa dei cantori) ad Addis Abeba, il “Fendika”. Luogo di cantori e danzatori di tradizione, frequentato da musicisti internazionali di passaggio in Etiopia, luogo di jam session, dove i musicisti etiopi di tradizione si affacciano alla musica europea e viceversa.

Reunion Platz è un collettivo musicale nato nel 2009 in occasione della session di registrazione dell’album ROOTS. Il concept del collettivo è quello di ricercare un sound unico nella sua formazione essenziale di trio (piano/basso/percussioni) e integrare, allargando l’ensemble, di volta in volta ospiti nonché apportare il proprio sound a diverse collaborazioni che spaziano tra l’afro, il jazz e la world music.

Michele Giuliani, pianista compositore, residente a Bari, co-autore del trio “Reunion Platz”, ha al suo attivo varie produzioni tra cui gli album “Essence”, “Roots” e “Beyond the colour”. Ha collaborato e collabora con numerosi artisti dal mondo tra cui il violoncellista e compositore Davide Viterbo, la danzatrice afro-brasiliana Ana Estrela e l’artista burkinabè Gabin Dabirè.

Cesare Pastanella, co-autore, batterista e percussionista del trio “Reunion Platz”, percussionista e co-autore del gruppo “Faraualla”, ha al suo attivo collaborazioni con nomi prestigiosi tra cui Paolo Fresu Sextet e Bobby McFerrin.

Marcello Piarulli, co-autore, bassista del trio “Reunion Platz” è anche bassita e co-fondatore del Quintetto X. Tra le numerose collaborazioni appaiono Nicola Conte e Rosalia De Souza.

Licio Esposito, è l’artista salernitano che ha realizzato l’immagine di copertina. Nella foto il tavolo di lavoro con l’immagine di sabbia prima di soffiarci sopra e far scomparire il tutto e lasciarne un solo ricordo

 

www.atsetewodros.org

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