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Eugenio Allegri

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Dopo aver frequentato la scuola di teatro “Galante Garrone”, inizia l’attività professionale nel 1980 con la cooperativa “Nuova Scena” di Bologna, sotto la direzione artistica di Vittorio Franceschi e Francesco Macedonio, interpretando i “Dialoghi” di Ruzante; alla regia, insieme a Macedonio, c’è: Jacques Lecoq. Nel 1980/81, ancora con Nuova Scena, è ne “Gli uccelli” di Aristofane, nella traduzione di Angelo Dallagiacoma, per la regia di Memé Perlini; nella parte del coro c’è il gruppo musicale più importante del Pop italiano: gli Area”. La tournée termina in Belgio (Liegi, Bruxelles). Nel 1981/82 partecipa a “L’opera dello Sghignazzo”, scritto e diretto da Dario Fo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino. Dal 1982 al 1985 entra a far parte del Tag Teatro di Venezia, la più attiva compagnia italiana di Commedia dell’Arte del periodo, diretta da Carlo Boso. Come maschera di Arlecchino partecipa agli spettacoli “Il falso Magnifico” e “L’assedio della Serenissima”, in tour internazionali. Nel 1986 prosegue il suo personale studio della Commedia dell’Arte scrivendo, dirigendo e interpretando “L’assedio di Torino” uno scenario ispirato alle vicende storiche del 1706. Torna a Bologna, chiamato da Leo De Berardinis, per partecipare agli spettacoli “Novecento e Mille” prima e “La tempesta” di Shakespeare poi, prodotti dalla cooperativa Nuova Scena. L’ultimo lavoro con il Teatro di Leo, (di cui è tra i fondatori), in coproduzione con i Teatri Uniti di Napoli, sarà “Ha ‘da passà a nuttata”, dall’opera di Eduardo De Filippo, Premio UBU come miglior spettacolo italiano del 1990. Nel 1992 inizia la collaborazione con il Laboratorio Teatro Settimo di Torino: è tra gli interpreti de “La storia di Romeo e Giulietta” per la regia di Gabriele Vacis, premio UBU per la migliore Drammaturgia. Nel 1993, anno delle Celebrazioni Goldoniane, viene messa in scena, sempre con la regia di Vacis, “La trilogia della villeggiatura”,’ accanto, tra gli altri, a Marco Paolini, Lucilla Giagnoni, Laura Curino. La necessità di un lavoro personale, si concreta nell’incontro con Gabriele Vacis e Alessandro Baricco. I tre torinesi insieme producono quello che diventerà un grande successo: “Novecento”, monologo teatrale che debutta al Festival di Asti16, nel giugno del 1994. Nuovamente con Gabriele Vacis e il Teatro Settimo è in “Canto per Torino” e ne “Gli uccelli” di Aristofane, con Banda Osiris, Maria Cassi, Leonardo Brizzi e tanti altri. Nel 1995 avviene l’incontro con Ramberto Ciammarughi e l’inizio dell’esplorazione del mondo della lettura su musica. Nel 1997, è tra i protagonisti del “Re Lear” di Shakespeare, prodotto dalla compagnia Franco Parenti di Milano per la regia di Andrée Ruth Shammah, accanto a Carlo Mazzarella, Franco Oppini, Lucia Vasini. Nel 1998 è ne “La bottega del caffè” di Goldoni per la regia di Gigi Dall’Aglio, prodotto all ERT Emilia Romagna Teatro e dal Teatro di Sardegna. Ancora nel 1998 è nel gruppo di attori e musicisti che, diretti da Alessandro Baricco e Gabriele Vacis, danno vita a “Totem”, prodotto dalla Fandango, che, dopo una acclamata tournée italiana, viene programmato dalla Rai in prima serata, da Carlo Freccero, su Rai2. Sempre nel ’98, fonda, a Torino, la Società Cooperativa ArtQuarium; la prima produzione sarà, nel 2001, “Shylock”, dell’autore e attore inglese Gareth Armstrong , per la regia di Luca Valentino. Intanto nel febbraio 2000 ha debuttato con un nuovo monologo, “La storia di Cirano”, da Rostand, scritto insieme a Gabriele Vacis che ne sarà il regista: lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile del Veneto con cui, l’anno precedente, Allegri ha firmato la regia de “ Il re cervo” di Carlo Gozzi. Nel 2001, è chiamato dal Teatro Stabile di Genova per partecipare a “Sei personaggi.com” di Edoardo Sanguineti, per la regia di Andrea Liberovici. Il 2002 segna l’inizio della collaborazione con il Teatro dell’Archivolto di Genova. Diretto da Giorgio Gallione, interpreta un monologo tratto dal racconto di Ian McEwan, “L’uomo nell’armadio”: è l’inizio di una lunga serie di produzioni. Nel 2004, con la Banda Osiris, scrive, dirige e interpreta “L’ultimo suonatore”, ispirato all’opera di Karl Valentin. Dal 2009 è tra gli interpreti di “Pizzeria Kamikaze” dello scrittore israeliano Etgar Keret e in seguito di ‘“Terra Padre” da scritti di Roberto Saviano, accanto a Neri Marcoré. Nel febbraio del 2009, per le manifestazioni legate al Carnevale di Fano, scrive e mette in scena uno scenario musicale dal titolo ”La suitte del grande Arlecchino”, con musiche di Mario Totaro e la direzione d’orchestra di Michele Mariotti. Nel 2012 debutta a Genova, lo spettacolo “Berlinguer. I pensieri lunghi”, scritto e diretto da Giorgio Gallione e prodotto dal Teatro dell’Archivolto in collaborazione col Teatro Stabile di Genova. Nel 2014 ha debuttato, al teatro Mascagni di Chiusi, con il suo ultimo spettacolo, ancora una volta un monologo: “Edipus” di Giovanni Testori, per la regia di Leo Muscato e la Produzione di Pier Francesco Pisani e Cmc-Nido di Ragno. Lo spettacolo è in tournée nel corso della stagione 2014/15. Nel 2015 diviene direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda del Comune di Follonica.

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